Dalla testa ai piedi. La cura dell’anziano

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Come mantenersi sempre in buona salute

Per mantenere l’anziano in buona salute, fondamentale è la cura della persona anche per guadagnarsi, grazie ad un aspetto gradevole e curato, il rispetto degli altri ma, soprattutto, per tenere sempre alta la guardia e non lasciarsi andare alla trascuratezza, madre dell’ignavia e dell’accidia, per dirla con Dante!

La prima cosa da gestire è la scrupolosa igiene personale che, oltre ad assicurare un gradevole odore, serve a vigilare su eventuali modifiche dei tessuti molli ( come l’auto-palpazione mammaria) e ad ispezionare le varie parti del corpo (come la scoperta di lesioni precancerose cutanee o allarmanti segni di compromissione vascolare tipici, come ad esempio vedremo più avanti, del piede diabetico).

Dalla punta dei capelli alle estremità; considerando le valenze di ogni dettaglio, dal più banalmente estetico a quello più funzionale; senza la pretesa di apparire giovani magari ricorrendo a certi orridi rimedi chirurgici che niente hanno a che fare né con la vecchiaia né con la giovinezza, ma solo con la decenza; lievi ritocchi incruenti possono essere ammessi e anzi incoraggiati.

Ancora una volta riaffiora la parola sobrietà come valore primario della “seniority”… e allora, se possibile, evitiamo la inestetica ricrescita mantenendo bianca, per chi ancora ce l’ha, la nostra bella capigliatura affidandola il più spesso possibile al taglio discreto del nostro parrucchiere, concedendoci di nutrire il viso e il corpo  con buone creme emollienti e rassodanti.

Cerchiamo, con l’aiuto di un dermatologo, di eliminare le brutte lentiggini e cheratosi senili, affidiamoci periodicamente al lavoro di un dentista, di un podologo o di una manicure, controlliamo senza eccessive ansie il peso corporeo trascurando le parti più intime del corpo che “hanno già dato” e che hanno ormai esaurito la loro funzione, depiliamo le zone visibili che non siano, come la barba, oggi peraltro di moda, annessi di genere.

Tutto questo per non mascherare la nostra età che non va camuffata, anche se non proprio esibita; non dimentichiamo che, ancor oggi, il potere è nelle mani dei vecchi, non rincorriamo il narcisistico mito della gioventù, considerando la vecchiaia un valore in più.

Alla cura della persona vorrei assegnare anche l’importante valore dell’abbigliamento che, rispecchiando la nostra natura, dovrebbe rappresentare la personalità di ognuno di noi (chi non ha notato le semplici nere t-shirt di Giorgio Armani, gli immancabili candidi”dolce-vita” del novantatreenne Silvio Garattini o le variopinte teutoniche giacche di Angela Merkel? ).

Vestiti comodi, mai azzardati, dai colori sobri e dal taglio classico, tollerati i jeans nei maschi in linea, un po’ meno nelle donne che dovrebbero dimenticare i tacchi alti, le orribili tute e tutti gli accessori che fanno tanto ” dietro da liceo, davanti da museo! “.

Insomma, in particolare per le signore, ma anche per i signori, una linea classica e preferibilmente sportiva, magari con qualche vezzo d’antan tipo un bel foulard di Hermès, leggermente profumato, per chi se lo può permettere(!!!)… scusate, per un momento mi sono lasciato andare, ma ritorniamo con i piedi per terra.

Anche se questo tema non riguarda solo il popolo degli anziani, un doveroso accenno “di costume” devo riservarlo ai capi da spiaggia per risparmiare agli occhi del mondo spettacoli spesso indecorosi e quasi indecenti; cominciando col rinunciare agli scomodi ed inopportuni indumenti da bagno “segnapacco” da parte dei panzuti signori e ai bikini per le signore preferendo, rispettivamente, i più dignitosi calzoncini a mezzagamba e gli eleganti “olimpionici” monopezzo.

In questi ultimi decenni in questo campo se ne è fatta di strada… Sparite le tristi vedove in scuro e scomparsi i seriosi personaggi da “ritratto nero di seppia” con il panciotto ornato dalla catena dell’ orologio da tasca, ora i nostri nonni vivono come gli altri e in mezzo agli altri, navigano su Internet e usano il cellulare, sono curiosi e, talvolta, persino affascinati dal progresso, non più “laudatores temporis acti”.

Tuttavia dobbiamo comportarci come chi ha avuto ciò che doveva avere e dato quello che ha voluto o potuto dare, con modestia e misura.

Detto questo, affidiamoci ancora una volta ai consigli di un buon sarto o comunque ad una persona di buon senso, che ci aiuti a valorizzare la nostra attempata persona, nel modo migliore.

                                                              Giancarlo BenincàMedico ger