“Aggiungiamo qualità agli anni anche in questa fase della vita”

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Il saluto dell’Assessore Benciolini, del Vescovo Claudio Cipolla e del Direttore Generale dell’Azienda ULSS 6  Euganea dott. Paolo Fortuna

La festa dei 200 anni di AltaVita-IRA, culminata con il convegno nella Sala Polivalente del Centro Servizi Beato Pellegrino, ha visto la qualificata partecipazione di numerosi ospiti.

Francesca Benciolini, assessore del Comune di Padova, ha detto che AltaVita-IRA merita tre volte i ringraziamenti dalla comunità padovana: grazie perché in questa struttura ha preso in carica in questo difficilissimo momento le persone più fragili; un secondo grazie per la particolare cura con cui assiste gli anziani; un grazie, infine, per il radicamento della struttura di AltaVita-IRA nella città di Padova.

Duecento anni – ha aggiunto l’assessore- raccontano storie di solidarietà che poche città possono avere. In 200 anni AltaVita-IRA ha saputo trasformarsi, ma capacità e fedeltà ai propri ideali non sono mai venuti meno, mettendo sempre al centro la persona.

Claudio Cipolla, vescovo di Padova, ha sottolineato l’importanza di dare ascolto alle persone che soffrono, di riservare l’attenzione ai più deboli, non ai primi della classe. “Dobbiamo imparare- ha aggiunto – a sapere cogliere le invocazioni di aiuto che si possono presentare sotto le più disparate forme di sofferenza. Duecento anni fa veniva portato aiuto ai più bisognosi attraverso la beneficenza. Oggi sono stati fatti grandi passi in avanti. L’assistenza va considerata come un diritto. L’aiuto alle persone bisognose non va dato sotto la spinta di un atto dettato da un sentimento religioso, ma perché è un nostro preciso dovere, una nostra responsabilità. La risposta al bisogno non è un atto di pietà, ma va intesa come risposta a un diritto”.

Secondo il Vescovo spesso chi ha bisogno oggi non chiede la luna. A volte basta un sorriso, una stretta di mano o asciugare una lacrima.  “Noi tutti oggi siamo chiamati a cercare di dare un senso a questa fase della vita, per garantirne la migliore qualità. Questi anni vissuti dai nostri anziani hanno ancora un senso. Noi tutti siamo chiamati a dare una mano e a contribuire ad aggiungere qualità agli anni di chi da solo non ce la fa”.

Paolo Fortuna, direttore generale dell’ Azienda Ulss 6 Euganea, ha messo l’accento sull’evoluzione della fragilità e del bisogno. Lui che vive di sanità ha detto che si la sanità è importante e fondamentale, ma che ci sono altre voci indispensabili nella vita di ciascuno di noi. Come quello di evitare l’isolamento dell’anziano, di saperlo accompagnare in questa importante fase della vita. “Quand’è – si è chiesto – che un territorio è in salute? E’ quando – ha riposto – i suoi giovani non se ne vanno. Quando strutture come queste sanno trasformarsi per rispondere alle nuove sfide. Quando le comunità, piccole e grandi, sanno notare che una mattina una tapparella non si alza e che quindi in quella casa c’è qualcuno che ha bisogno. Dobbiamo saper dare una risposta sia sanitaria che organizzativa. Allora e solo allora possiamo dire che un territorio funziona. Ad AltaVita-IRA auguro di continuare ad investire in questa prospettiva coraggiosa: quella di saper rispondere a ogni domanda dei propri ospiti”.