L’Istat scatta la foto agli over 75 – la domanda sociale e sanitaria

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Sono 2,7 milioni quelli che presentano gravi difficoltà

L’Istat e la Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria per la popolazione anziana, istituita presso il Ministero della Salute e presieduta da mons. Vincenzo Paglia, hanno avviato una collaborazione per esplorare le condizioni di fragilità e la domanda di assistenza sociale e sanitaria espressa dalle persone con almeno 75 anni.

La valutazione della domanda di assistenza sociale e sanitaria rappresenta il cuore di una programmazione ragionata dei servizi territoriali. Alcune variabili associate a una maggiore domanda di assistenza sono note, in particolare la compromissione delle capacità funzionali (intese come la capacità di svolgere autonomamente le attività della vita quotidiana), la mancanza di supporto sociale e, quindi, la percezione di non avere il sostegno di cui si ha necessità, le difficoltà economiche che impediscono di “acquistare” il sostegno di cui si ha bisogno quando esso manca.

Si deve considerare che l’approccio programmatorio è stato raramente portato a sistema nel nostro Paese.

D’altra parte, la domanda assistenziale, con le sue caratteristiche multidimensionali, costituisce una base di partenza obbligata e rappresentativa delle difficoltà quotidiane nelle quali si dibattono tanti anziani e le loro famiglie.

La prospettiva spesso usata è stata solo quella della compromissione delle capacità funzionali, talvolta associate alla patologia di base, senza considerare anche le relazioni con le dimensioni socio-economiche.

Tale approccio si basa sull’idea che chi ha necessità di aiuto arriva prima o poi ai servizi, ma non tiene conto dei tempi con i quali si riesce ad accedere ai servizi (spesso quando compromissioni e danni potenzialmente prevenibili e reversibili non lo sono più), né del fatto che una parte di popolazione ai servizi non arriva affatto perché la situazione è ormai degenerata.

La prima prospettiva in cui si colloca questa analisi è la ricerca dei più bisognosi tra gli over 75, essendo noto che la domanda assistenziale cresce di tre o quattro volte, rispetto al totale della popolazione, una volta superata questa soglia di età. In seguito, l’analisi si fonda sul cumulo di sfavorevoli condizioni economiche, sociali, abitative, con la compromissione delle capacità funzionali e di altri indicatori di salute.

I dati Istat tratti dall’Indagine delineano una fotografia preoccupante della domanda di assistenza che, nella classe di età 75 e più, assume una rilevanza preponderante a causa della compromissione di capacità funzionali, della mancanza di supporto sociale, del bisogno di sostegno, delle sfavorevoli condizioni abitative, delle difficili condizioni economiche.

Su una popolazione di riferimento composta da circa 6,9 milioni di over 75, sono stati identificati oltre 2,7 milioni di individui che presentano gravi difficoltà motorie, comorbilità, compromissioni dell’autonomia nelle attività quotidiane di cura della persona e nelle attività strumentali della vita quotidiana.

Tra questi, 1,2 milioni di anziani dichiarano di non poter contare su un aiuto adeguato alle proprie necessità, di cui circa 1 milione vive solo oppure con altri familiari tutti over 65 senza supporto o con un livello di aiuto insufficiente.

Infine, circa 100mila anziani, soli o con familiari anziani, oltre a non avere aiuti adeguati sono anche poveri di risorse economiche, con l’impossibilità di accedere a servizi a pagamento per avere assistenza.

È dunque della massima importanza intercettare la domanda economica e sociale di questo “popolo” di anziani spesso soli, con scarse disponibilità economiche e senza aiuto, traducendola in un’offerta di servizi di sostegno, prioritariamente presso l’abitazione e sul territorio; oltre ad assicurare loro una migliore qualità di vita, ciò permetterà di evitare che la condizione di svantaggio si trasformi ed esploda come domanda sanitaria dalle dimensioni insostenibili.

Complessivamente, circa 1,3 milioni di over 75, su un totale di circa 6,9 milioni, pari al 18,8%, dichiarano di non ricevere aiuto adeguato in relazione ai bisogni della vita quotidiana e alle necessità di tutti i giorni. Più acutamente grave appare il bisogno di coloro che sono completamente soli, ben 638.913 individui, o che vivono con conviventi anziani (372.735), per un totale complessivo di oltre un milione di persone (14,7%), che vivono in abitazione da soli o molto spesso con un coniuge comunque anziano e percepiscono la mancanza di un adeguato supporto. Un ulteriore focus rivela la presenza di quasi 100mila (92.620) over 75 soli e collocati nella fascia di reddito più bassa (che al massimo raggiunge i 650 euro mensili).

Tra i soli over 75 senza aiuto o con aiuto insufficiente, la quota di coloro che presentano difficoltà motorie e grave compromissione dell’autonomia raggiunge il 64% mentre il 36% riporta condizioni di salute poco gravi o non ha alcun problema di salute. In senso assoluto, è dunque possibile quantificare in oltre 400milai individui una sottopopolazione ad altissimo rischio di istituzionalizzazione per via della condizione di solitudine e di mancanza di aiuto acuita da gravi problemi di salute (severe difficoltà motorie, fino alla severa compromissione dell’autonomia) e, per 100milaanziani circa, da una condizione di disagio economico o povertà.

 Al di là delle modalità di risposta e correzione di queste circostanze, è possibile affermare che ci si trova in presenza di una vera e propria fila di anziani in coda per entrare in qualche lungodegenza, casa di riposo o RSA per mancanza di un intervento puntuale di sostegno economico e sociale domiciliare, che si intuisce possa avere un importante impatto preventivo nei confronti di un “peggioramento” interamente residenziale e sanitaria nelle traiettorie di queste persone.

In estrema sintesi, l’analisi consente di individuare gruppi di anziani over 75 tra i quali progressivamente peggiora il livello di vulnerabilità per il cumularsi di diverse condizioni di disagio: oltre 2,7 milioni presentano comorbilità, gravi disabilità motorie e visive, nonché grave compromissione dell’autonomia; tra questi, 1,2 milioni dichiarano di non avere aiuti adeguati, perché non ricevono alcun aiuto oppure perché bisognosi di ulteriore aiuto; tra questi ultimi, circa 1 milione vive solo in famiglie con tutte persone anziane. Infine, selezionando i più fragili anche dal punto di vista delle condizioni economiche, è possibile isolare un nucleo dicirca100mila anziani soli, poveri in risorse sociali e relazionali, senza aiuto alcuno, con problemi motori, con gravi limitazioni nelle attività di cura e strumentali della vita quotidiana, che si collocano nella fascia più bassa della distribuzione dei redditi, dunque, prossimi candidati ad essere presi in carico da ospedali, RSA e case di riposo.