Dedizione e amore i segreti di AltaVita.

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L’intervento del Presidente dott. Fabio Incastrini al convegno del Bicentenario

“Assistere l’anziano oggi, tra arte e tecnica”: questo il titolo del convegno che ha concluso la giornata in cui AltaVita-IRA festeggiava il traguardo dei 200 anni della propria storia.

Dopo mesi, la Sala Polivalente del Centro Servizi Beato Pellegrino ha accolto i partecipanti all’appuntamento, dove ad attenderli c’erano il Presidente Fabio Incastrini, il Direttore Segretario Generale Sandra Nicoletto  e il nutrito staff  dell’Ente che ha curato nei dettagli l’organizzazione, con la regia affidata al giornalista Francesco Jori.

Tre gli interventi in programma, oltre ad una serie di interviste a operatori della famiglia di AltaVita.

Con l’apertura affidata al padrone di casa, Fabio Incastrini, che ha salutato le autorità intervenite: il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla; l’assessore Francesca Benciolini, in rappresentanza del sindaco della città; Paolo Fortuna, direttore generale dell’Ulss 6 Euganea;  Maria Chiara Corti, responsabile del settore Servizi Sociali della stessa Ulss; la Madre generale delle Suore Elisabettine, Maria Fardin; il geriatra padovano Enzo Manzato; Stefano Dondi dall’Orologio, nipote di nonno Francesco indimenticato Segretario della Casa di Riposo.

“Alla fine  – ha esordito Incastrini – il 4 giugno è arrivato. L’abbiamo atteso, l’abbiamo temuto anche, perché il programma che abbiamo immaginato più di un anno fa era molto impegnativo. Questo che stiamo vivendo è l’ultimo atto: un convegno dedicato ai nostri anziani, al loro futuro che è anche il nostro futuro.

Grazie a tutti voi che ci onorate con la vostra presenza. Grazie a quanti prenderanno la parola per aiutarci con le loro riflessioni a prenderci cura con ancora maggiore consapevolezza dei nostri anziani, dopo la durissima convivenza con il Covid 19”.

“Stamattina – ha aggiunto il presidente – abbiamo tagliato il nastro in occasione dell’inaugurazione della mostra che abbiamo organizzato al Fondaco delle Biade in piazza delle Erbe e oggi pomeriggio diamo vita a questo incontro.

Abbiamo cercato di solennizzare così la data del 4 giugno, per ricordare che duecento anni fa nasceva quella che possiamo considerare come la “mamma” di AltaVita-Ira: il dispaccio vicereale dell’Arciduca Ranieri d’Austria, fratello dell’imperatore Francesco I, riconosceva l’Opera Pia che tre mesi dopo avrebbe iniziato ad accogliere i primi bisognosi nell’ex convento di Sant’Anna in via Sperone Speroni”.

“Mostra e convegno – ha aggiunto Fabio Incastrini-  sono due dei traguardi che abbiamo tagliato. Ma in mezzo ci sono state altre tappe impegnative. Abbiamo provveduto a ripubblicare un libro che consideriamo prezioso come un gioiello, che contiene le immagini di tutti i biglietti d’augurio che dal 1823 in poi venivano utilizzati per aiutare con il ricavato l’Opera Pia che muoveva i primi difficili passi.

E quel difficile cammino partito il 4 giugno 1821 e che è giunto fino a noi l’abbiamo voluto ricordare con la pubblicazione di un libro che abbiamo titolato 1821-2021, Duecento anni vissuti accanto ai più deboli.

Abbiamo sentito il dovere della memoria, perché c’erano valori da riproporre, personaggi da non dimenticare, esempi da imitare”.

“Esempi di generosità- ha concluso –  di dedizione, di amore per i più fragili, per i quali sono state condotte tante battaglie, affinché trovassero quel conforto che la vita gli aveva per anni negato. Grazie al lavoro di sapienti amministratori e generosi operatori. E grazie anche a tanti benefattori.

Nel libro troverete date, battaglie di sopravvivenza, esempi luminosi. Storie da cui estrapolare anche insegnamenti per camminare decisi verso il futuro, contrassegnato dagli stessi ideali che hanno legato questi primi duecento anni della nostra storia. Ideali che si riassumono in due parole: dedizione e amore”.