Puoi regalare un sorriso

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Il prezioso ruolo del volontariato in una RSA.

“L’opera umana più bella è essere di aiuto a qualcuno”. Lo sosteneva Seneca, filosofo e autore latino. Lo ha ribadito Madre Teresa di Calcutta duemila anni dopo: “Chi nel cammino della vita ha acceso anche solo una fiaccola nell’ora buia di qualcuno non è vissuto invano”.

Affermazioni incontestabili, senza tempo. Restano sempre attuali. Non perdono forza al trascorrere degli anni, anche quando il rumore delle armi, dell’odio, dell’egoismo, della sopraffazione, pretendono di sbarazzarsi di parole nobili come solidarietà, volontariato, sensibilità, aiuto, fratellanza, affetto, amore per il prossimo. Come fossero concetti logori, decaduti e ormai fuori moda, patrimonio solo dei nostalgici.

Invece, opportunamente, proprio nel pieno delle tragedie in atto in Ucraina e in Palestina, in particolare, hanno scosso le coscienze, minacciate da paure ed egoismi, le affermazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, pronunciate a Trento, perché quest’anno quel territorio ha meritato il titolo di capitale europea del volontariato. “Il volontariato – ha sostenuto il Capo dello Stato – è una energia irrinunziabile della società.

Un patrimonio generato dalla comunità, che si riverbera sulle qualità delle nostre vite, a partire da coloro che si trovano in condizioni di bisogno, o faticano a superare ostacoli che si frappongono all’esercizio dei loro diritti”. Ancora: “I volontari si muovono con altruismo negli interstizi delle nostre difficoltà.

Sovente riescono a ridurre i danni, ad alleviare i problemi; aprono speranze, con un ruolo importante per assicurare diritti laddove altrimenti diventerebbero inesigibili, per sperimentare innovazioni sociali, per rendere effettivo l’accesso ai servizi, offrendo anche vicinanza e calore umano”.

“Cosa significa – si è chiesto il Presidente – passione educativa, capacità di includere chi è ai margini, trasmissione generazionale, sostenibilità ambientale? Significa dare una mano a chi non ce la fa perché possa riprendere il cammino. Vuol dire essere cittadini attivi, confrontarsi con le istituzioni, fare il proprio dovere, usare il patrimonio pubblico per il bene di tutti…Da questo mondo del volontariato, immerso nella vita di ogni giorno, riceviamo quotidianamente spinte, idee, valori, sogni. I sogni non sono illusioni. Sono l’orizzonte cui guardano coloro che nutrono speranza, per vivere la realtà con passione e per coltivare il desiderio di renderla più umana e più giusta. La solidarietà genera speranza”.

Contemporaneamente a quella del Presidente Mattarella, si è alzata un’altra voce a sostegno del volontariato. E’ quella di Alessandra Graziottin, ginecologa, psicoterapeuta, scrittrice, presidente della fondazione che porta il suo nome “per la cura del dolore nella donna Onlus”.

La Graziottin sostiene che “tutti noi dovremmo andare a fare un po’ di volontariato in una RSA, per intuire come gira la ruota della vita e curare un po’ più gli affetti e le persone e dar loro più tempo e valore. Per riflettere su quanto la nostra mente sia fragile. E quanto un gesto d’affetto gentile e sincero possa ancora regalare gioia e amore alla vita”.

Certo, perché volontariato e RSA costituiscono un binomio sempre della massima attualità. Perché, effettivamente, la RSA è un luogo dove la solidarietà trova la sua massima espressione. Dove questo valore si può donare ma anche ricevere, sotto forma di un grazie riconoscente, di una stretta di mano, o anche solo attraverso un sorriso. Il volontariato è dono, è soprattutto energia, che si trasmette e che si riceve, che ci fa sentire parte di una comunità. E’ accettazione dell’altro, è una passione che sconfigge l’indifferenza.

Nelle strutture di AltaVita-Ira operano volontari che svolgono attività complementari sì, ma sempre preziose. Al Centro Servizi “Beato Pellegrino” sono presenti volontari dell’Associazione San Vincenzo . I 22 volontari che si alternano, accompagnano gli ospiti alle funzioni religiose e si attivano durante l’organizzazione di spettacoli. Cantano e suonano o collaborano a creare giuste atmosfere di festa.

Al Centro Servizi “Giusto Antonio Bolis” e al Centro Diurno “Monte Grande” di Selvazzano Dentro opera l’Associazione AVO, con 14 volontari che si alternano, attivi soprattutto nel servizio di animazione. La stessa Avo è presente anche al Centro Diurno “Casa Famiglia Gidoni” a Terranegra. Collabora con AltaVita-Ira anche l’Associazione Sant’Egidio

Presenze preziose, gentili, discrete, soprattutto utili. Di volontari c’è sempre bisogno. Come si diventa volontari nelle strutture di AltaVita-Ira? E’ sufficiente una telefonata alla Segreteria Generale della sede di piazza Mazzini, a Padova. Il futuro volontario verrà indirizzato a una delle associazioni per essere adeguatamente formato. Tutto qui, nessun’altra formalità, per entrare in servizio. Tenendo sempre presente la regola principale che dice: “dopo il verbo amore, il verbo aiutare è il più bello del mondo”.