Rsa, restano le mascherine

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La nuova ordinanza del ministro Schillaci

L’uso delle mascherine resta obbligatorio nelle RSA e nei reparti di malattie infettive.

Il ministro della Salute Orazio Schillaci, infatti, ha firmato l’ordinanza, valida fino al 31 dicembre 2023, sull’utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie sull’intero territorio nazionale in relazione all’accesso alle  strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali. La misura era in scadenza il 30 aprile.

L’articolo 1 stabilisce che “è fatto obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie ai lavoratori, agli utenti e ai visitatori delle strutture sanitarie all’interno dei reparti che ospitano pazienti fragili, anziani o immunodepressi, specialmente se ad alta intensità di cura, identificati dalle direzioni Sanitarie delle strutture sanitarie stesse”. 

L’obbligo, prosegue l’ordinanza, “è esteso ai lavoratori, agli utenti e ai visitatori delle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali, comprese le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistenziali, gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per  anziani, anche non autosufficienti”.        

Negli altri reparti e nelle sale di attesa, “la decisione sull’utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie da parte di operatori sanitari e visitatori resta alla discrezione delle  direzioni sanitarie, che possono disporne l’uso anche per tutti coloro che presentino sintomatologia

L’uso della mascherina negli ambulatori medici “resta alla discrezione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta”, si legge nell’ordinanza. 

Non hanno l’obbligo di indossare il dispositivo di protezione delle vie respiratorie – prosegue l’ordinanza – i bambini di età inferiore ai sei anni; le persone con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina, nonché le persone che devono comunicare con una persona con disabilità in modo da non poter fare uso del dispositivo”.

“La decisione sull’esecuzione di tampone diagnostico per infezione da SARS-CoV-2 per l’accesso ai Pronto soccorso è rimessa alla discrezione delle Direzioni Sanitarie e delle Autorità Regionali”.

Il ministro Schillaci ha così commentato la sua decisione: “Ho firmato l’ordinanza che limita l’obbligatorietà delle mascherine negli ospedali ai reparti a maggior intensità di cura e con i pazienti più fragili oltre alle Rsa.

Questo testimonia che finalmente stiamo uscendo da questa terribile pandemia che ha limitato le nostre vite negli ultimi tre anni e confido molto che il prossimo 20 maggio anche l’Oms dichiari la fine della pandemia.

Guardiamo con ottimismo al futuro, ma siamo pronti in caso di nuove emergenze a intervenire tempestivamente per continuare a salvaguardare la salute pubblica e i nostri cittadini”.

Positivo il commento, rilasciato ad Adnkronos Salute del professor Matteo Bassetti, il diettore del reparto Malattie Infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova: le nuove misure anti-Covid sull’uso delle mascherine in ospedali e Rsa “mi sembrano molto ragionevoli” e “condivido al 100% la tutela dei fragili nelle Rsa.

Se io, in una riunione in ospedale con i colleghi, parlo di una paziente, posso non mettere la mascherina; ma se un medico entra in una stanza di  un paziente fragile, o un visitatore va a trovare un familiare, non ci sono dubbi che debba indossare la mascherina.”

“Il mantenimento delle cautele contro il Covid, in particolare della mascherina, nelle aree a maggiori rischio degli ospedali, è sacrosanto.

Qualche allentamento, considerata la migliore situazione pandemica attuale, ci sta. Ma non dimentichiamo che per le persone con problemi di immunodepressione resta ancora il pericolo.”

Così Massimo Galli, già direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, ha commentato all’ Adnkronos Salute l’ordinanza del ministro della Salute che rivede le regole per l’uso delle mascherine nelle strutture sanitarie prevedendo un allentamento, ma non una completa abolizione dell’obbligo.

«Sono d’accordo – precisa Galli – per norme che mantengano l’attenzione soprattutto nelle condizioni più delicate. Siamo senza dubbio in una situazione migliore rispetto al passato – osserva – grazie alle tante vaccinazione e alle tante persone guarite.

Abbiamo meno problemi rispetto malattia grave, ma restano persone che, non avendo risposto al vaccino, avendo una situazione di base compromessa o non avendo fatto vaccinazioni, rischiano molto perché la malattia circola.

Piacerebbe a me per primo togliere la mascherina sempre, visto che da asmatico anziano la subisco abbastanza, ma alcune norme che tutelano i più fragili vanno mantenute.

All’interno degli ospedali e delle Rsa una completa liberazione dalla mascherina sarebbe un errore».