Indimenticabile Prof

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Il ricordo di Maria Camposampiero, già ospite al Piaggi

Pubblichiamo un ricordo della prof.  Maria Camposampiero, già ospite del Pensionato Piaggi, scomparsa il giorno di Natale. La testimonianza, che volentieri ospitiamo su AltaVita News,  è della giornalista Margherita Carniello che è stata una sua allieva.

Carissima Prof, ci ha lasciati in punta di piedi, il giorno di Natale, con la silente discrezione di chi ha paura di disturbare il clima gioioso delle feste. Quasi un testamento spirituale, il suo: volarsene via con gli angeli della Natività, tra le braccia del Bambinello, con un sorriso pieno di affetto per il ‘suo’ presepe interiore: i famigliari, gli alunni di una vita, i genitori degli alunni tanto amati, il mondo della scuola a cui ha dato tutta sé stessa e che ha portato nel cuore sino alla fine.

Ci eravamo viste l’ultima volta a gennaio ‘ 23, nella biblioteca del Piaggi, tra gli addobbi di Natale: era arrivata puntuale all’appuntamento, elegante e curata come sempre, un filo di perle al collo, taglio corto, gli occhi cerulei che sorridevano dolci dietro le lenti, l’inconfondibile ‘erre’ francese. La mia prof! A distanza di quasi cinquant’anni dai banchi della sezione I della scuola media Zanella, dove avevo avuto la fortuna di averla come insegnante di storia e geografia, il tempo si era fermato. A scuola arrivava veloce in bicicletta, sempre elegante, mai un capello fuori posto, mai un giorno di assenza. Così al Piaggi: aveva scelto lei di vederci in biblioteca, perché la cultura – sosteneva – ha le sue regole e i suoi spazi. E aveva condotto lei il discorso, in bilico tra passato e presente. Lei, prof, sempre sorridente, accogliente, premurosa, con una sensibilità speciale che sapeva leggere tra i pensieri arruffati di noi ragazzi, cogliere entusiasmi e difficoltà, colmare le nostre lacune e premiare con incoraggiamento materno i nostri successi. Ed io, allora adolescente, oggi madre di famiglia e professionista, libera di squadernare con lei pensieri, emozioni, ricordi, curiosità, speranze e imbarazzi, come un libro aperto.

La sua memoria, prof, probabilmente logorata dalle sofferenze della vita, iniziava a dare qualche cedimento nel presente, ma non nei confronti dei suoi alunni del passato: la professoressa Maria Camposampiero (ma noi la conoscevamo come professoressa Fontana) ci ricordava con la nitidezza di uno scatto di Polaroid. Mi parlava di Monica con i suoi ricciolini neri e la grazia potente di pattinatrice, Fabio che lasciava correre lo sguardo distretto e trasognato fuori della finestra, Francesco appassionato di preistoria e di dinosauri… Ci ha portato tutti nel cuore, attenta com’era che nessuno si perdesse per strada, che tutti ci appassionassimo alla grandezza dell’impero romano, alla nascita dell’Europa carolingia o dei Comuni, alle contese tra papato e impero… Per lei, prof, era importante che visivamente ci impadronissimo di documenti e testimonianze, che scoprissimo i fatti di ieri dalla penna e dai segni dei protagonisti di allora, che ci aiutassimo l’un l’altro nei gruppetti di studio, perché tutti dovevano imparare e amare la storia e la geografia, imparare a conoscere il mondo che abitiamo.

Mi ha molto colpito che la sua memoria conservasse nitidi i volti e le personalità degli alunni più fragili, di chi forse l’aveva sfidata di più come insegnante e che lei aveva caparbiamente seguito con affetto e tenacia, chiedendo anche la complice alleanza dei più bravi: una lezione di vita, di rigore e serietà professionale e di amicizia cooperativa, mai competitiva, che non ho più dimenticato.

Alla fine, a bruciapelo, mi ha chiesto, quasi con timidezza: “Sono stata una brava insegnante?”. L’ho abbracciata con lo sguardo e con il cuore: “Certo che lo è stata, una delle migliori. E non solo per me… sono sicura che tutti la portiamo nel cuore. Ci ha insegnato che storia e geografia non si imparano a memoria, che c’è sempre un perchè da decifrare, una catena di cause ed effetti, magari remoti, da ricostruire. Ci ha insegnato che il passato ci è sempre contemporaneo, che non esistono paesi lontani, a noi sconosciuti. Ci ha insegnato che il nostro Paese ha conosciuto epoche buie, ma che è stato capace di scriversi una Costituzione che àncora libertà e giustizia al rispetto del valore e della dignità di ogni persona. Ma soprattutto ci ha fatto vivere la classe come una comunità, una piccola/grande famiglia che cresce nella conoscenza, nella scoperta, negli affetti, nell’attenzione reciproca, nella proiezione verso un futuro migliore. Dove non ci sono i ‘primi’ e gli ‘ultimi’, ma ragazzi e ragazze con doti e inclinazioni diverse, tutti speciali, tutti importanti agli occhi dei prof e di noi alunni. E che tutti, adulti e ragazzi, ci dobbiamo prendere cura degli altri, a cominciare dal nostro compagno di banco.

Grazie prof! È stata una splendida insegnante. E la sua lezione continua a vivere….

MARGHERITA CARNIELLO