Piero Realdon, il dottore col sorriso

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“Un uomo generoso, un grande professionista, un amico insostituibile”: è incredulo e commosso Stefano Bellon, presidente di AltaVita-Ira, quando ricorda Piero Realdon, direttore della Funzione Territoriale dell’Ulss 6 e del Distretto Terme-Colli, mancato a causa di un malore improvviso a pochi giorni dal suo sessantacinquesimo compleanno.

Per la sanità veneta la scomparsa del dottor Realdon è stato un duro colpo. Molto apprezzato per le sue capacità professionali e per la sua non comune carica di umanità, era conosciuto come il “dottore di tutti” dal sorriso che sembrava non spegnersi mai e come il “medico che assieme alle cure donava amore e amicizia”.

Ne ha delineato bene la figura all’indomani della scomparsa il direttore generale dell’Ulss 6, Paolo Fortuna: “Mi mancherà innanzi tutto un amico vero, il professionista, l’uomo sempre gentile, dallo stile elegante e dai modi riservati, che incede nel mondo con grande disponibilità e con il sorriso sulle labbra”.

Anche per il presidente provinciale dell’Ordine dei Medici Domenico Crisarà è mancata una grande persona, oltre a un generoso professionista: “Con il dottor Piero Realdon se ne va prima di tutto un amico e un galantuomo, e se ne va un grandissimo professionista che davvero aveva a cuore il servizio sanitario regionale ed in particolare le cure territoriali. Durante il Covid, grazie al suo lavoro, sono stati possibili i risultati di assistenza che l’Ulss 6 e la Regione tutta hanno ottenuto: lascia un vuoto incolmabile nel cuore delle persone che gli hanno voluto bene e un vuoto di pensiero in questo momento critico per la sanità”.

Una testimonianza di affetto poi ribadita dal fiume di amici e conoscenti che hanno gremito la chiesa di Santa Rita a Padova durante la celebrazione delle esequie. Qui si sono succeduti i messaggi di cordoglio attraverso i quali è stata messa a fuoco la grande figura di combattente di Piero Realdon, quel “Piero grande professionista, uomo buono e gentile, disponibile e attento che sapeva affrontare il lavoro e la vita con intelligente ironia”. Quella persona “con la quale – è stato detto – ti senti a tuo agio sia nel parlare, nel definire le piccole cose, che nel parlare dei massimi sistemi e del senso da dare alla vira”; “con un grande direttore –hanno aggiunto i colleghi – perdiamo un padre, un amico, un confidente; la sua scomparsa è per noi un duro colpo alle fondamenta ma tutto quello che abbiamo imparato negli anni ci spingerà e ci aiuterà a fare ancora meglio”.

Aveva sottolineato l’eccezionalità di questa figura di uomo e di medico anche il presidente della Regione Veneta Luca Zaia: “La sanità veneta perde un raro esempio di umanità, preparazione professionale e dedizione al lavoro, esempio che mi auguro venga seguito dai giovani medici che si avviano a intraprendere questa difficilissima, ma anche gratificante, professione”.

Realdon si era laureato in Medicina e Chirurgia al Bo e sempre all’università di Padova aveva conseguito la specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva. Aveva partecipato poi ai master in “Direzione Sanitaria” e in “Sviluppo del sistema qualità nell’azienda sanitaria”. Dopo aver superato anni fa una grave malattia, si era buttato con tutte le forze nel proprio lavoro. Grande era il suo attaccamento alla vita: amava stare con gli amici e grande era il suo amore per la montagna.

Sempre ha dato la propria disponibilità dove il lavoro lo richiedeva. Dal 1987 si era messo al servizio della sanità padovana; con l’Ulss si era instaurato un legame ultraventennale che l’aveva portato anche a ricoprire il ruolo di direttore sanitario ad interim in pieno periodo Covid, durante il quale è sempre stato in prima linea: quasi ogni giorno raggiungeva l’hub vaccinale aperto alla Fiera di Padova per somministrare il vaccino ai padovani. Tra gli anni ’80 e ’90 del secolo scorso, Piero Realdon – ricordano gli amici – è stato l’unico odontoiatra che ha curato i pazienti con Aids di 5 province nel suo studio privato”.

Era, in definitiva, un professionista che non si sottraeva davanti ai problemi grandi e piccoli. Stefano Bellon ricorda, in proposito la collaborazione con AltaVita-Ira: in poco tempo, con la sua capacità organizzativa, è stato possibile attivare un ambulatorio di Medicina Generale a Palazzo Bolis di Selvazzano (piazza Beatrice De Claricini), sede del Centro Servizi per Anziani di AltaVita-Ira: “noi abbiamo messo a disposizione i locali, lui ha pensato a tutto il resto, individuando nella dott.ssa Teresa Filosa il dirigente medico cui affidare il funzionamento dell’ambulatorio”.

Con propria deliberazione, il Consiglio di Amministrazione di AltaVita-Ira ha deciso di dedicare la Sala Polivalente del Centro Servizi Giusto Antonio Bolis a Selvazzano al dottor Piero Realdon.

Nel corso di una specifica cerimonia, che vedrà la partecipazione di amministratori, famigliari, colleghi e amici, verrà posta all’ingresso della sala una targa con la scritta “A Piero Realdon con gratitudine”.