Lidia fra “Acqua e fuoco”

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La terza raccolta di poesie

Con una nuova raccolta – è la terza –  di haiku e di versi liberi, Lidia Marotto torna a far sentire la propria voce.

Una voce che è poco più di un sussurro che sembra chiedere permesso prima di uscire dal suo corpo, per poi farsi da flebile a forte, da esitante a sicura, quindi quasi impetuosa, ma sempre concisa, schietta, intima. 

Lidia, aretina di nascita, padovana da sempre, oggi è ospite del Centro Servizi cittadino di AltaVita-IRA.

Scrive versi da decenni, fissa su carta pensieri e riflessioni, i suoi slanci e i suoi sogni. Ma per compiere un viaggio all’interno della sua anima, bisogna sapere che Lidia ama camminare a piedi nudi sull’erba, che ascolta gli alberi, che si commuove stringendo un fiore, che ama i gerani e che fino a poco tempo fa si circondava di bonsai.

Ecco, così è Lidia, una narratrice che alimenta i suoi racconti di natura e cosmo. I suoi scritti non sono intrisi di amarcord, non sono surreali.

Certo, racchiudono pizzichi di solitudine, ma sono sempre intrisi della purezza delle cose semplici. Ricordano lo sbocciare di un fiore: un inizio fatto di timidi boccioli che in un attimo mettono fuori la testa e diventano creature sgargianti, multicolori.

In “Acqua fuoco”, la nuova raccolta di versi, dopo “Ascoltando gli alberi” e “La via”, Lidia crea un’atmosfera emotiva e accende emozioni.

Bastano poche parole racchiuse nei suoi haiku o nelle poesie, senza nessuna gabbia formale, per narrare un’emozione, una visione, che coinvolgono perché vibrano di autenticità. Lidia ci apre la porta al suo mondo. Le parole diventano immagini, si fanno sentimento, sempre racchiuso in un involucro di pudore.

Tre righe per descrivere sconvolgimenti dei nostri giorni: “Onde possenti/ ruggisce l’oceano/ tutto travolge”. Ancora: “Vento e neve/ nel bosco uno schianto/ vecchio albero”.

Tre righe per raccontare la fine di una giornata: “Triste tramonto/ rintocchi di campana/ mi inginocchio”. O la vita che riprende: “Crepe nel muro/ piccolo fiore viola/ tiepido sole”. O per trovare lo slancio per andare avanti: “Fermiamoci qui/ canta limpida fonte/ d’acqua un sorso”.

Due corpi che s’incontrano Lidia li racconta così: “Rette parallele siamo/ Talvolta, / un brivido ci unisce/ Il miracolo avviene”.

Nel caleidoscopio dei suoi sentimenti che irrompono in superficie trova posto anche la nostalgia e non può essere che così quando si è avanti con gli anni. “Talvolta/ come una nostalgia mi prende. Nostalgia di suoni, di odori, di colori, / che il cuore stringe”.

Una piccola raccolta di versi che apre un mondo di sentimenti.