Assistenza agli anziani non autosufficienti. Come costruire l’assistenza nel futuro.

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Un documento-appello sottoscritto da numero associazioni

Costruire il futuro dell’assistenza agli anziani non autosufficienti, come? C’è una proposta del “Network Non Autosufficienza” che merita di essere inserita nel Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. Prevede 7,5 miliardi di investimenti, nel periodo fra il 2022 e il 2026, che puntano su tre direzioni: semplificazione dei percorsi per gli interventi pubblici, la riforma dei servizi domiciliari e risorse per il miglioramento delle strutture residenziali.

E’ una riforma storica, si sottolinea, una riforma storica che potrebbe essere a portata di mano. Per questo motivo è stato rivolto un appello al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, e ai ministri Orlando e Speranza.

La proposta, come si è detto, che è stata elaborata dal Network Non Autosufficienza ha il sostegno dei primi promotori (Alzheimer Uniti, Aima, Caritas, Cittadinanzattiva, Confederazione Parkinson Italia, Federazione Alzheimer Italia, Forum Disuguaglianze Diversità, Forum Nazionale Terzo Settore, La Bottega del Possibile) . Ma anche numerose organizzazioni e sigle hanno deciso di sostenerla.

“I dati su età e profili di fragilità delle persone decedute con il Covid-19 – si legge nel documento inviato a Palazzo Chigi e ai ministri Orlando e Speranza -indicano che i più colpiti sono gli anziani non autosufficienti. E le grandi difficoltà incontrate dal sistema sociosanitario pubblico nell’affrontare la pandemia confermano le criticità di fondo che, da tempo, lo affliggono”.

“L’ampia e significativa platea di soggetti della società che, in varia misura, sostengono tale proposta, testimonia un comune sentire circa l’urgenza di intraprendere un percorso di riforma per il futuro dell’assistenza agli anziani non autosufficienti nel nostro Paese”, sottolineano le organizzazioni promotrici nella lettera. Aggiungono: “Sarebbe paradossale, infatti, che un Piano nato per rispondere a una tragedia dimenticasse proprio coloro che ne hanno pagato il prezzo maggiore.

La proposta del Network Non Autosufficienza è dunque un’occasione da non perdere”.

La proposta nel dettaglio prevede: a) la semplificazione dei percorsi per accedere agli interventi pubblici, affinché si ricomponga l’attuale caotica molteplicità di enti, sedi e procedure differenti; b) un’ampia riforma dei servizi domiciliari, perché rispondano alle varie problematicità legate alla non autosufficienza e diventino un effettivo punto di riferimento per le famiglie e, in particolare, per i caregiver; c) un investimento straordinario per migliorare quelle strutture residenziali che necessitano di essere ammodernate e riqualificate, come hanno dimostrato le vicende della pandemia.

Dato che si delinea un’azione riformatrice di sistema, gli interventi menzionati sono accompagnati da un pacchetto di azioni trasversali quali il rafforzamento della collaborazione tra Stato, Regioni e Comuni, l’introduzione di un sistema nazionale di monitoraggio, sinora assente, e un piano straordinario di formazione.

Per realizzare la proposta si prevede uno stanziamento di circa 7,5 miliardi per il periodo 2022-2026, 5 dei quali dedicati ai servizi domiciliari, e la cui titolarità dovrebbe essere condivisa tra il Ministero della Salute e quello del Lavoro e delle Politiche Sociali.

“Non si può – conclude la lettera- , infatti, procedere ad una riforma senza operare finalmente una stretta interconnessione tra sociale e sanitario, per puntare a risposte integrate, cioè fondate su uno sguardo complessivo sulle condizioni degli anziani. Ma se non sono i Ministeri nazionali i primi a farlo, chiederlo agli enti locali è impossibile”.