Covid, annunciata nuova pillola che riduce i rischi di ricovero dell’89%

454

 “E’ una buona notizia. Riguarda l’annuncio secondo il quale il farmaco antivirale Paxlovid è attivo nell’89% dei pazienti a rischio.

Riduce, infatti, il numero dei ricoveri ospedalieri e la mortalità nei pazienti trattati entro tre giorni dalla prima comparsa dei sintomi Covid”.

La soddisfazione per l’atteso arrivo di questo nuovo farmaco, chiamato Paxlovid, è stata espressa dal professor Marco Trabucchi, una delle voci più competenti e ascoltate in campo geriatrico.

Paxlovid, la pillola antivirale orale contro il Covid-19, sembrain grado di ridurre il rischio di ospedalizzazione o morte per SARS-CoV-2 dell’89% nei soggetti considerati più vulnerabili.

Come funziona? Paxlovid è una terapia antivirale che agisce in quanto inibitore della proteasi della SARS-CoV-2, specificamente progettata per essere somministrata per via orale in modo da poter essere prescritta al primo segno di infezione o alla prima consapevolezza di un’esposizione, aiutando potenzialmente i pazienti ad evitare una malattia grave che può portare all’ospedalizzazione e alla morte.

PF-07321332 è progettato per bloccare l’attività della proteasi SARS-CoV-2-3CL, un enzima di cui il coronavirus ha bisogno per replicarsi. La co-somministrazione con una bassa dose di ritonavir aiuta a rallentare il metabolismo, o scomposizione, di PF-07321332 in modo che rimanga attivo nel corpo per periodi di tempo più lunghi a concentrazioni più alte per aiutare a combattere il virus.

PF-07321332 inibisce la replicazione virale in una fase nota come proteolisi, che avviene prima della replicazione dell’RNA virale.

Paxlovid è un farmaco firmato Pfizer che ha riportato qualche giorno fa i risultati della sperimentazione clinica di fase 2/3 del farmaco. Lo studio, EPIC-HR (Evaluation of Protease Inhibition for Covid-19 in High-Risk Patients), è stato condotto su un campione di pazienti adulti non ospedalizzati risultati positivi all’infezione da nuovo coronavirus e considerati ad alto rischio per un decorso grave della malattia.

L’analisi ha mostrato un rischio di ospedalizzazione e decesso diminuito dell’89% per qualsiasi causa correlata a Covid-19 nei soggetti che avevano ricevuto Paxlovid rispetto al gruppo di controllo.

«I rischi e le incertezze di questi dati – scrivono gli scienziati – potrebbero alterare i risultati finali, come il profilo di efficacia, sicurezza e tollerabilità osservato fino ad oggi, ma per adesso i dati preliminari sono molto incoraggianti».

La società farmaceutica ha confrontato quanto successo ai pazienti Covid a cui è stato somministrato l’antivirale e a un gruppo di persone, sempre positive, a cui è invece stato somministrato il placebo. Lo 0,8% dei primi è stato ricoverato entro 28 giorni dalla somministrazione, contro il 7% dei secondi

Nessun decesso è stato segnalato tra chi aveva ricevuto il Paxlovid, mentre dieci tra i pazienti curati con il placebo sono morti a seguito di complicazioni. La sperimentazione clinica, iniziata lo scorso settembre, ha confrontato i dati di 1.219 adulti positivi al coronavirus, provenienti da Nord e Sud America, Asia, Europa e Africa  

Una volta completato con successo il resto del programma di sviluppo clinico EPIC e previa approvazione o autorizzazione, potrebbe essere prescritto in modo più ampio come trattamento a domicilio per contribuire a ridurre la gravità della malattia, i ricoveri e i decessi, nonché a ridurre la probabilità di infezione in seguito all’esposizione, tra gli adulti.

Ha dimostrato una potente attività antivirale in vitro contro le varianti circolanti di interesse, così come altri coronavirus conosciuti, suggerendo il suo potenziale come terapia per più tipi di infezioni da coronavirus.

Geoff Porges, analista biotecnologico di SVB Leerink, ha detto in una nota agli investitori : “Questo risultato è chiaramente una buona notizia per gli azionisti di Pfizer, e inizialmente una notizia negativa per gli sviluppatori di altri antivirali Covid, e inevitabilmente ridurrà anche la necessità di anticorpi Covid, se non come profilassi a lungo termine per individui ad alto rischio (immuno-compromessi)”.Paxlovid, mentre non ci sono stati decessi, contro 27 ricoveri e sette morti nel gruppo placebo.

 “I risultati sono davvero al di là dei nostri sogni più sfrenati – ha affermato Annaliesa Anderson, dirigente di Pfizer che ha guidato lo sviluppo del farmaco esprimendo poi la speranza che la Paxlovid – possa avere un grande impatto nell’aiutare tutte le nostre vite a tornare alla normalità e vedere la fine della pandemia”.

 Rispetto al trattamento con anticorpi monoclonali, somministrato per via endovenosa, questa pillola (come Merck) potrà essere comprata in farmacia. 30 pillole somministrate in 5 giorni, questo il trattamento, che include 10 pillole di ritonavir, un vecchio virus dell’HIV, che aiuta il farmaco a rimanere attivo più a lungo nel corpo. Per la Merck, invece, il trattamento conta 40 pillole in cinque giorni. 

L’azienda farmaceutica americana, numero uno nel settore, ha intenzione di presentare i dati alla Food and Drug Administration per richiedere l’autorizzazione all’uso della pillola negli Stati Uniti. Secondo un alto funzionario dell’amministrazione, citato in un articolo del New York Times, il governo americano ha negoziato con Pfizer una quantità sufficiente di pillole per 1,7 milioni di cicli di trattamento, con un’opzione aggiuntiva per 3,3 milioni. 

A confermarlo è lo stesso presidente Joe Biden che, come riporta Reuters, ha affermato: “Ci siamo già assicurati milioni di dosi. La terapia sarebbe un altro strumento nella nostra cassetta degli attrezzi per proteggere le persone dai peggiori esiti del Covid”.

Entrambe aziende statunitensi, il farmaco Pfizer arriva secondo dopo la pillola antivirale della Merck che è stata approvata il 5 novembre dall’agenzia britannica del farmaco mentre aspetta l’autorizzazione federale. I dati completi degli studi non sono ancora disponibili per nessuno dei due prodotti e quindi è ancora troppo presto per metterne a paragone effetti, benefici o eventuali effetti collaterali.

A confronto con Pfizer, però, la pillola della Merck aveva dimostrato una riduzione dei rischi del 50% se somministrata entro 5 giorni dall’insorgere dei sintomi. In Italia, intanto, il coordinatore del Cts Franco Locatelli durante la conferenza stampa sull’andamento della campagna vaccinale del 5 novembre, ha detto che l’Aifa si è già attivata per acquistare la pillola di Merck. 

Una notizia positiva – quella dell’arrivo di un secondo farmaco – che fa da cornice alle preoccupazioni del direttore dell’Oms, Hans Kluge, sull’andamento della pandemia in Europa:” Siamo, di nuovo, all’epicentro” ha detto in conferenza.