Salute, cresce l’allarme per le false informazioni

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Bere un bicchierino di liquore a base di sambuco, o un caffè corretto al liquore di sambuco, protegge dal Covid-19

E’ una delle tante informazioni false che si possono leggere sui social network. Un’affermazione senza paternità ma che viene spacciata per vera, quando invece è noto che assumere bevande alcoliche non protegge in alcuna maniera dal Covid-19. Tutt’altro. Il modo migliore, in primis, per prevenire l’infezione da Sars-CoV-2, per proteggere sé stessi e gli altri dal virus, è soprattutto quello di vaccinarsi.

Le notizie false che circolano sui social network rappresentano un rischio per la salute pubblica. Le informazioni false online viaggiano più lontano, più velocemente, più profondamente e più diffusamente rispetto alla verità.I contenuti non verificati hanno il 70% delle probabilità in più rispetto a quelli verificati, e quindi veri, di essere condivisi.

L’alterata percezione della realtà registrata negli ambienti social nei confronti della pandemia si è mostrata decisiva per l’indebolimento dei comportamenti di contrasto del contagio. Al trascorrere dei giorni, nutrite di notizie false, sono cresciute schiere di no wax. Le fake news hanno catturato moltissimi indecisi.

C’è poco da fare. Ormai in troppi considerano la scienza a livello di opinione. Sono soprattutto i social network a inquinare il settore della sanità. A ragione, è stato detto che i social network sono l’infrazione sistematica del principio secondo cui il silenzio è d’oro.

Purtroppo ci sono anche dei medici che alimentano le onde nel mare della disinformazione. Il tema è ricordato anche dalla Newsletter di inizio agosto dell’AIP, l’Associazione Italiana di Psicogeriatria. Il presidente, Marco Tabucchi, scrive: Il 7 luglio NEJM ha pubblicato un editoriale critico sui medici che diffondono informazioni errate sui social, con questo commento: “Do right and wrong answer still exist in medicine?” Il testo dice: “La medicina ha un problema di verità. Nell’epoca dei social media e di una scienza pesantemente politicizzata il concetto di verità è ‘crowdsourced’, cioè fondato sul fatto che un gruppo di persone gradisca, condivida e scelga di credere…”. La posizione della famosa rivista si conclude con un invito ai medici ad alzare barriere forti per convincere il pubblico del fondamento delle posizioni più razionali in medicina.

A questo proposito è significativa la posizione assunta da BMJ del 28 luglio, che ha deciso di non pubblicare più informazioni che non siano seriamente controllate (“Why the BMJ will no longer report on unsubstantiate press releases”). Sono posizioni che, da angolature diverse, cercano di ricostruire alcuni punti fermi sul valore della scienza come premessa della clinica. Una parte di responsabilità per questo scadimento deve essere attribuita anche alla pandemia, che per un certo tempo ha messo sullo stesso piano dati e valutazioni incontrollati con gli studi seri, provocando una confusione di cui ancora sentiamo le conseguenze.

“I dati ottenuti hanno mostrato come i media tradizionali abbiano mediamente incoraggiato di più l’adozione di misure preventive contro il contagio da COVID-19 rispetto ai social network. Quest’ultimi, infatti, erano maggiormente infestati da contenuti di misinformazione. L’esperimento ha dimostrato che l’esposizione ai media classici era associata ad una più debole misinformazione. L’esatto opposto di quanto si verificava per i social”.

Uno studio pubblicato su Misinformation Review– segnala la rivista on line Italian Medical News–  ha analizzato l’impatto della misinformazione in ambito sanitario. Per misinformazione si intende la diffusione intenzionale di notizie o informazioni inesatte o distorte allo scopo di influenzare le azioni e le scelte di qualcuno.

 Lo studio ricorda che le notizie false raggiungono il lettore sei volte (circa) più veloci della verità. Il risultato è l’erosione della fiducia nei confronti delle istituzioni, governative e sanitarie.

Nel nostro Paese – osserva Italian Medical News –  la circolazione delle notizie false in tema di salute, in particolare sulle vaccinazioni e la pandemia, preoccupa molto le istituzioni. Tanto che la Presidenza del Consiglio ha istituito una vera e propria task force anti-fake news, un’unità di monitoraggio contro la diffusione di informazioni false relative alla COVID-19 sul web e sui social network. Il team è composto da rappresentanti del Ministero della Salute e della Protezione Civile che lavorano insieme ad esperti provenienti dal mondo accademico e del giornalismo. L’obiettivo è quello di analizzare lo scenario informativo sul virus e suggerire strumenti o fornire indicazioni utili alle istituzioni per comunicare in modo appropriato e veicolare informazioni di qualità.