Arriva il quinto tipo di vaccino. Via libera di EMA al Novavax

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Dopo Pfizer, Moderna, AstraZenica e Johnson&Johnson

Via libera dell’Agenzia europea del farmaco (EMA) all’immissione in commercio nell’UE del vaccino anti-Covid Nuvaxodid, prodotto da Novavax.  

E’ il quinto vaccino contro il virus del Covid autorizzato in Europa.

Le prime dosi del vaccino della Novavax dovrebbero arrivare nei primi mesi del 2022(lo ha annunciatolapresidentedella commissione Europea Ursula von der Leyen).

Gli studi principali su cui EMA si è basata per valutare il Nuvaxovid, studi in cui il vaccino mostrava un’efficacia del 90%, sono su ‘vecchie’ varianti (l’Alfa e la Beta) e attualmente sono disponibili dati limitati sull’efficacia contro la variante Omicron. 

Novavax è un vaccino di tipo “tradizionale” – ricorda EMA- basato sulla tecnologia delle proteine ricombinanti, già usata per altri vaccini, come quello già in uso contro l’epatite B e il papilloma virus.

I risultati di due principali studi clinici (condotti in Messico e negli Stati Uniti) hanno stabilito che Nuvaxovid era efficace nel prevenire il Covid-19 nelle persone dai 18 anni di età. Gli studi hanno coinvolto in totale oltre 45 mila persone.

Il Chmp, il Comitato per i medicinali a uso umano, ha raccomandato di concedere un’autorizzazione all’immissione in commercio, ma solo dai 18 anni in su.

Novavax viene somministrato tramite due iniezioni, di solito nel muscolo della parte superiore del braccio, a distanza di 3 settimane l’una dall’altra. Può essere conservato in frigorifero 6 mesi.

“Quando Nuvaxovid viene somministrato- hanno spiegato i responsabili della casa farmaceutica (la Novavax, produttrice del vaccino Nuvaxovid NVX-CoV2373, è una società di biotecnologie americana con sede in Maryland)- il sistema immunitario identifica la proteina come estranea e produce difese naturali – anticorpi e cellule T – contro di essa.

Se in seguito la persona vaccinata entra in contatto con il coronavirus Sars-CoV-2, il sistema immunitario – assicura la casa produttrice del vaccino- riconoscerà la proteina Spike sul virus e sarà pronto ad attaccarla.

Gli anticorpi e le cellule immunitarie possono proteggere da Covid lavorando insieme per uccidere il virus, impedire il suo ingresso nelle cellule e distruggere le cellule infette”.

Gli ‘ingredienti’ di Nuvaxovid (questo il nome ufficiale del nuovo vaccino) sono una versione prodotta in laboratorio della proteina Spike che si trova sulla superficie del virus, e un ‘adiuvante’, la saponina, una sostanza che aiuta a rafforzare la risposta immunitaria al vaccino.  

Con queste armi il nuovo vaccino promette di costruire lo scudo anti-Covid.

Gli effetti indesiderati osservati con Nuvaxovid negli studi portati avanti in Messico e negli Stati Uniti sono stati generalmente lievi o moderati e sono stati esauriti entro un paio di giorni dopo la vaccinazione.

I più comuni erano dolorabilità o dolore al sito di iniezione, stanchezza, dolori muscolari.

Prima del Novavax erano quattro vaccini anti Covid approvati per l’uso di emergenza dall’Agenzia Europea per i Medicinali e dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA): il Comirnaty di Pfizer-BioNTech, lo Spikevax di Moderna, il Vaxzevria di AstraZeneca e l’Ad26.COV2.S di Johnson & Johnson.

I primi due si basano sulla nuova tecnologia a RNA messaggero (mRNA), gli altri sono invece a vettore adenovirale.

Novavax è basato su proteine ricombinanti.

Come suggerisce il nome, le proteine ricombinanti derivano dalla ricombinazione di sequenze di DNA che vengono ingegnerizzate in laboratorio.

Il risultato finale di questa complessa procedura è un insieme di proteine che assemblandosi (o meno) richiamano “pezzi” dell’agente patogeno da contrastare.

Le proteine ricombinanti stimolano il sistema immunitario a produrre anticorpi neutralizzanti contro di esse.

“Una volta iniettato il vaccino – spiegano i tecnici EMA-  il sistema immunitario della persona vaccinata riconoscerà le particelle proteiche come estranee e risponderà producendo le proprie difese naturali (ossia gli anticorpi e le cellule T). 

Qualora, in un momento successivo, la persona vaccinata dovesse entrare in contatto con il SARS-CoV-2, il sistema immunitario riconoscerà la proteina Spike presente sulla superficie del virus e sarà pronto a combatterla.

Anticorpi e cellule immunitarie possono proteggere contro COVID-19, lavorando insieme per uccidere il virus, prevenirne l’ingresso nelle cellule dell’organismo e distruggere quelle infette”.