E’ una chiesetta a S. Giustina in Colle la più longeva proprietà di AltaVita

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Chiesetta Santa Giustina in Colle - AltaVita-IRA

Fu donata dalla famiglia Maggioni nel 1862 alla Casa di Riposo

E’ una chiesetta l’edificio che da maggior tempo fa parte del patrimonio di AltaVita-Ira. Si trova in contrada Tergola a Santa Giustina in Colle. Risale, infatti, al 1862 la donazione alla Casa di Riposo di Padova delle proprietà della famiglia Maggioni, che comprendevano, oltre alla chiesetta, altri fabbricati e terreni. Anni dopo, c’è stata la necessità di alienare fabbricati e terreni, per realizzare il grande complesso del centro residenziale intitolato al Beato Pellegrino, ma l’edificio sacro, chiamato l’Oratorio dei Maggion, è rimasto di proprietà di AltaVita-Ira.

Una piccola proprietà che meritava di non andare perduta e che la Casa di Riposo ha contribuito a salvare dalle insidie del tempo. Soprattutto in segno di riconoscenza ad uno dei suoi più importanti benefattori, Giacomo, l’ultimo dei Maggioni, la cui tomba si trova nell’edificio sacro.

Giacomo Maggioni, figlio di Bartolomeo, era nato nel 1740. Notizie sulla sua vita le ricaviamo dalla “Biografia degli scrittori padovani”, volume I, compilato da Giuseppe Vedova. Giacomo era anche medico. Ha ricevuto la medaglia d’oro dal Magistrato della Sanità del Veneto per aver salvato la vita di un “fanciullo sommerso dalla Brenta” che stava per annegare. Giacomo morì a Padova. Qui “compì la mortale sua carriera nel dì 9 luglio 1832, nella greve età d’anni 92”.

Nella pubblicazione seguita al restauro dell’Oratorio nel 2012 (dal titolo “Bentornato Maggion”), lo storico Egidio Gottardello scrive: “Tutto il complesso con annessi circa 30 campi venne in possesso della nobile famiglia dei Maggioni, esponenti della nuova aristocrazia padovana, il cui stemma è presente nella parte superiore della facciata (è a forma di scudo il cui corpo è diviso in due parti: quella inferiore porta tre stelle, quella superiore tre martelli uniti a ventaglio). I Maggioni inizialmente abitarono ad Abbazia Pisani, in località Restello, dove possedevano alcuni appezzamenti di terreno e un’abitazione per uso proprio; in seguito preferirono trasferirsi a Santa Giustina in contrada Tergola, dove avevano un possedimento più consistente. I Maggioni erano notai con studio e abitazione a Padova, primo in contrada San Fermo, poi in contrada an Giacomo, poco lontano dalle abitazioni dei Tergolina e dal bel palazzo dei Camposampiero”.

Dopo tre secoli di vita, l’oratorio, conosciuto in loco anche come “Ceseta dei Volpato” (dal nome della famiglia che per generazioni ha custodito l’edificio dedicato alla Madonna della Mercede) stava per andare perduto. Già nel 1912, mons. Zannini, parroco di Santa Giustina In Colle, aveva lanciato l’allarme, deplorando lo stato di abbandono della chiesetta, nella quale da oltre mezzo secolo non si celebrava più la messa. Anche l’Ira, in tutt’altre faccende affaccendato, l’aveva dimenticata.

C’è voluta la nascita del “Comitato Maggion”, presieduto da Renzo Scolaro, per smuovere le acque dell’indifferenza, realizzando il progetto di recupero, trovando fondi e braccia per la realizzazione. AltaVita-Ira allora ha schierato i propri architetti e ha fatto la propria parte con i finanziamenti. Ricordando il fervore che circondava tutta l’azione di recupero, Remigio Salvagnini, architetto e direttore die lavori, scriveva: “… un’aspettativa che veniva da tutti: anziani, giovani, operai, contadini, professionisti, tutti chiedevano notizie, tutti offrivano abilità, soldi, informazioni, tutti erano partecipi di un evento culturale, perché popolare, radicato nella storia e nel lavoro di quelle famiglie…. Ogni famiglia della contrada ha adottato la sua chiesetta, la vuole aperta, pulita, accogliente. E vuole trovare, nel visitarla, un po’ della propria storia, della propria fede”.

L’oratorio ha una dimensione di sei metri per quattro. La porta d’ingresso è protetta da un cancello in ferro. L’altare, in marmo, potrebbe essere stato realizzato nel ‘700. E’ sormontato da tre statue: al centro la Madonna con il braccio Gesù, ai lati San Giuseppe e Sant’Antonio. Al centro del soffitto c’è una colomba, simbolo dello Spirito Santo. L’architettura della chiesetta è tipica del tardo Seicento. Una pietra tombale in marmo bianco con la scritta “Jacobi Maggioni Barthol. Fil. Cineres” testimonia che sotto il pavimento riposa Giacomo, l’ultimo dei Maggioni, grande benefattore dell’Istituto di Riposo di Padova.