Due virus pericolosi: Covid e solitudine

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Solitudine e covid - Altavita IRA

L’88,8 per cento dei familiari soddisfatto delle modalità di visita

“E’ soddisfatto dell’organizzazione delle visite che lei ha potuto effettuare agli ospiti nelle nostre strutture?” Il “sì” ha raccolto una percentuale pari all’88,8 per cento di quanti hanno risposto al questionario predisposto da AltaVita-Ira e distribuito nel corso del mese di ottobre ai familiari di anziane e anziani ospiti nelle sue varie strutture. L’alto numero dei “totalmente soddisfatti” è stato accolto, ovviamente, con compiacimento dai vertici di AltaVita, da mesi impegnati a mantenere vivo il contatto fra i familiari e loro cari che vivono o al pensionato Piaggi, o al Centro Servizi di via Beato Pellegrino a Padova o al Centro Servizi Giusto Antonio Bolis di Selvazzano.

Dal questionario, distribuito in oltre 500 copie (le risposte, anche in questa occasione, come negli anni passati, hanno sfiorato il 40 per cento) è emerso che il 51,8 per cento dei familiari ha utilizzato il servizio di videochiamate. Il 65,3 per cento reputa utile questo servizio, mentre il 34,7% lo ritiene meno efficace perché per apprezzarlo servono capacità cognitive buone, che tanti anziani non hanno. L’80,7% di quanti hanno risposto al questionario, infine, ha dichiarato di essere soddisfatto delle informazioni e delle indicazioni ricevute dal personale durante questi mesi di emergenze sanitarie.

Confortati da queste risposte, in casa di AltaVita-Ira ci si sta organizzando per garantire alle famiglie ancor più contatti con cadenze temporali le più ravvicinate possibili, compatibilmente con le restrizioni dettate dalle regole anti-Covid. L’obiettivo è quello di garantire quattro “contatti” per ospite nell’arco di 15 giorni, tre attraverso video-chiamate e uno in presenza, nell’osservanza più scrupolosa delle regole di massima tutela degli ospiti.

Dal 17 ottobre scorso, con il ripristino del divieto dell’ingresso dei familiari nelle strutture, l’attività di videochiamata è ripartita in tutte le residenze. Ci sono a disposizione nuovi Tablet. Si pensa di raddoppiarli e di dotarli di casse esterne per rendere più facile l’ascolto agli anziani. Per il servizio di videochiamate, con orari 9-11.30 e 14.30-17, AltaVita impegna 27 dipendenti dell’area psicosociale e riabilitativa e 2 dei servizi ausiliari.

Le attività di comunicazione “regolarizzate” sono tuttavia incrementate da telefonate dirette da parte di familiari ai nuclei delle residenze con l’obiettivo di ricevere informazioni dal personale e nel contempo, quando possibile, di un contato extra con il proprio caro, accompagnato al telefono da addetti all’assistenza.

Va detto, inoltre, che presso il reparto di degenza sono autorizzate le visite ai malati terminali, e in altri casi equiparati, nel rispetto dei protocolli vigenti. Quest’ultima modalità di accesso è l’unica ammessa dalla normativa nazionale e regionale attualmente vigente.

Il tema della comunicazione familiare-ospite viene tenuto costantemente in primo piano. Si cerca con ogni mezzo, un equilibrio fra le esigenze di sicurezza imposta dalla pandemia e l’esigenza di non isolare l’anziano. Sì ad ogni sforzo per preservarlo dal virus, ma, nel contempo sì al massimo impegno per strapparlo alla solitudine, evitando così un’eutanasia silenziosa degli affetti.

C’è la consapevolezza che la solitudine, proprio come il virus, mette a rischio la salute dell’anziano, e diviene un fattore di mortalità assai pericoloso, con condizioni croniche di stress. Isolamento è sinonimo di peggioramento delle funzioni cognitive, di riduzione del tono dell’umore e delle capacità di reagire alle difficoltà.

Ecco, allora, che l’azione combinata fra AltaVita da una parte e familiari dall’altra, ciascuno nel proprio ambito, deve puntare a far sì che l’anziano si senta protetto, seguito, circondato dal calore dei propri cari e del personale, per vincere sia l’effetto del virus Covid, sia quello del virus solitudine. Per quest’ultimo il vaccino c’è già: è l’amore per i più fragili.