Contagi e decessi per Covid, quasi scomparsi nelle RSA

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I dati dell’Istituto Superiore di Sanità: siamo allo 0,01%

“La matematica non è un’opinione” afferma un vecchio detto popolare. I numeri non mentono, quando non vengono estrapolati in modo truffaldino per far prevalere una tesi su un’altra. Stavolta, poi, la fonte è più che attendibile: è l’Istituto Superiore di Sanità.

Quindi c’è da fidarsi più che mai, nella speranza che i dati ufficiali mettano a tacere quanti in questi mesi hanno cercato di buttare fango sulle RSA, auspicandone la cancellazione.

Qual è la novità? Fra maggio e giugno di quest’anno nelle RSA si è verificata la quasi totale scomparsa di casi e dei decessi per Covid 19. Siamo allo 0,01. Un dato molto, ma molto più positivo rispetto alla popolazione italiana in generale.

Questa è la situazione. I dati arrivano dall’Istituto Superiore di Sanità e dal suo aggiornamento del 30 giugno sulla Sorveglianza COVID-19 nelle RSA.

Un calo dei casi e dei decessi iniziato già tra febbraio ed aprile, quando invece nel resto d’Italia i casi andavano crescendo. Perché il calo anticipato? Presumibilmente per merito dei vaccini, visto che la campagna di vaccinazione è iniziata dalle strutture per anziani. E che a oggi il 90% degli anziani residenti in strutture residenziali è vaccinato.

“Sebbene i dati indichino una quasi totale scomparsa dei nuovi casi di COVID-19 nelle strutture residenziali, – spiega l’ISS- le attività di monitoraggio in queste strutture dovranno necessariamente proseguire, per valutare la ripresa di eventuali nuovi focolai epidemici nel periodo autunnale”.

Questo il rapporto dell’Istituto Superiore della Sanità:

“Un aumento marcato dell’incidenza nei mesi di ottobre e novembre 2020, in corrispondenza della seconda ondata epidemica, e poi un calo progressivo dalla fine di febbraio fino al mese di maggio e giugno 2021, ovvero dopo l’inizio della campagna vaccinale.

E’ questo il trend temporale dell’epidemia di COVID-19 nelle strutture residenziali socio-sanitarie italiane disegnato dalla sorveglianza effettuata dall’ISS, che dal 5 ottobre 2020 al 13 giugno 2021, ha monitorato 845 strutture per un totale di 30.906 posti letto.

Di queste strutture, 361 erano strutture residenziali per anziani non autosufficienti, per un totale di 15.852 posti letto. Analogo l’andamento dell’incidenza di casi di COVID-19 tra gli operatori sanitari delle medesime strutture residenziali, con un declino nel numero di nuovi casi dopo l’inizio della campagna vaccinale, più evidente nelle ultime settimane di febbraio e da marzo a giugno 2021.

In dettaglio: l’incidenza settimanale di COVID-19 nelle strutture residenziali ha raggiunto nel mese di novembre 2020 un picco del 3,2% nelle strutture residenziali per anziani e del 3,1% in tutte le strutture residenziali, in linea con quanto osservato nella popolazione generale.

Dalla fine di febbraio si osserva un calo costante e marcato dei nuovi casi di COVID-19 fino a raggiungere valori prossimi allo 0,01% di nuovi casi per settimana nel mese di maggio e giugno 2021.

Simile andamento ha avuto il numero di strutture residenziali per le quali si è registrato almeno un nuovo caso di COVID-19 tra i residenti rapportato al numero totale di strutture residenziali.

Dalla metà di ottobre alla metà di novembre 2020 è stata registrata la maggior percentuale di strutture residenziali con almeno un caso COVID-19 tra i residenti (l’11% nelle strutture per anziani e il 9% in tutte le altre strutture).

Tale percentuale è andata progressivamente riducendosi, fino a raggiungere valori inferiori allo 0,01% nelle strutture residenziali per anziani e pari a 0,1% in tutte le strutture residenziali nell’ultima settimana di rilevazione (dal 7 al 13 giugno 2021).

La percentuale di residenti SARS-CoV-2 positivi trasferiti settimanalmente in ospedale rispetto al totale dei residenti in struttura ha subìto un decremento dalla seconda metà di gennaio 2021, fino a raggiungere valori inferiori allo 0,01% in tutte le strutture residenziali nella settimana dal 7 al 13 giugno 2021.

In maniera simile, l’indicatore relativo alla percentuale dei decessi di pazienti SARS-CoV-2 positivi avvenuti nelle strutture residenziali in rapporto al totale dei residenti ha subìto una marcata riduzione nelle settimane di maggio e giugno 2021, raggiungendo valori inferiori allo 0,01% nella settimana dal 7 al 13 giugno 2021 per entrambi i tipi di strutture considerate.

Il dato sulla vaccinazione COVID-19 tra i residenti è stato raccolto solo dal 26 aprile 2021: a giugno 2021 il 90% dei residenti nelle strutture residenziali per anziani non autosufficienti e l’85% dei residenti in tutte le strutture ha ricevuto il ciclo completo di vaccino anti-SARS-CoV-2.

L’indagine mostra dunque che, se l’andamento dell’epidemia nelle strutture residenziali da ottobre 2020 a giugno 2021 è stato in linea con quanto osservato nella popolazione generale, in tali strutture, si è osservata tuttavia, in controtendenza con il dato nazionale, una progressiva riduzione dei casi COVID-19, degli isolamenti, delle ospedalizzazioni di residenti SARS-CoV2 positivi e dei decessi nei mesi di febbraio-aprile 2021.

Un dato che è frutto presumibilmente della campagna vaccinale, che ha interessato in maniera prioritaria gli ospiti di tali strutture, insieme a tutto il personale sanitario.

La riduzione dei casi e dei decessi COVID-19 è proseguita in maniera consistente e continua anche nei mesi di maggio e giugno, fino ad osservarne una quasi totale scomparsa.

I dati sui tamponi eseguiti in struttura mostrano che nei primi mesi del 2021 è stato eseguito un numero costante di tamponi (in media 39 tamponi per 100 residenti nelle strutture residenziali per anziani e 34 tamponi per 100 residenti in tutte le strutture).

L’attenzione diagnostica delle strutture si è perciò mantenuta elevata durante e dopo l’avvio della campagna vaccinale, iniziata il 27 dicembre 2020.

Sebbene i dati indichino una quasi totale scomparsa dei nuovi casi di COVID-19 nelle strutture residenziali, le attività di monitoraggio in queste strutture dovranno necessariamente proseguire, per valutare la ripresa di eventuali nuovi focolai epidemici nel periodo autunnale”.