Carenza di infermieri nelle RSA: le proposte di Stefano Bellon

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Il presidente di AltaVita-Ira: mutuare il personale con le aziende sanitarie

I tentativi di reclutare infermieri si susseguono senza soluzione di continuità. Per quattro volte all’anno, AltaVita-Ira, o attraverso pubblici concorsi o mediante selezioni, cerca di colmare le carenze di organico di infermieri, ma nessuno finora si è fatto avanti.

Il bando di selezione a tempo determinato di infermieri, pubblicato in data dicembre 2021 con scadenza 17 gennaio 2022, non ha trovato alcuna adesione. Zero domande. Così come l’avviso di mobilità per tre posti a tempo indeterminato, pubblicato nel mese di marzo 2022 con scadenza 4 aprile, è caduto a sua volta nel vuoto, nonostante fosse stato pubblicizzato presso tutti gli ordini professionali di quasi tutto il Nord Italia.

“Rischiamo di non uscirne se non imbocchiamo altre strade” dice il presidente di AltaVita-Ira, Stefano Bellon, per nulla rassegnato a fronte delle difficoltà di reperire infermieri per le sue strutture. Vede con interesse l’iniziativa attuata dalla Casa di Riposo Bonora di Camposampiero che ha lanciato un concorso pubblico, per titoli ed esami, per l’assunzione di dodici infermieri, ma a suo giudizio, viste le difficoltà riscontrate da AltaVita-Ira in analoghi tentativi, punta a percorsi alternativi.

“Viste le difficoltà- suggerisce il dottor Bellon – uniamo le voci di tutte le RSA del Veneto per chiedere alle aziende sanitarie locali e alle aziende ospedaliere di mutuare il personale medico e infermieristico. Così potremmo tamponare le situazioni complesse che da tempo stanno vivendo tutti gli enti che si occupano dell’assistenza agli anziani, in attesa di trovare finalmente la soluzione al problema che si trascina da anni, ormai”.

Il presidente di AltaVita-Ira nella battaglia per il reclutamento di infermieri ha cercato di superare, offrendo incentivi extra, anche la questione stipendi: nelle IPAB – Centri servizi per anziani – applicano il contratto di lavoro degli enti locali che sono meno appetibili rispetto ad altre realtà.

Le proposte, però, non hanno fatto breccia e così le diverse selezioni sono rimaste senza candidati.

Stefano Bellon, infine, guarda con interesse anche alla soluzione che sta avviando la Regione Veneto, attraverso l’assessora Manuela Lanzarin: la creazione di una figura di operatore sociosanitario specializzato che possa svolgere diverse attività sotto la guida di un infermiere.

“Una buona iniziativa – commenta il presidente – ma bisogna agire fin d’ora per non vanificare questa scelta. Bisogna già da adesso pensare all’inquadramento giuridico nel contratto di lavoro di questa nuova figura, riconoscendone un giusto compenso”.

“Lottiamo con tutte le nostre forze – conclude il presidente – perché la qualità dell’assistenza ai nostri anziani non ne risenta. Vogliamo migliorarla ancor più, ma non possiamo essere lasciati soli ancora a lungo.

Non si può combattere senza soldati. Regione e aziende sanitarie devono battere un colpo. Così come le università che devono ampliare il numero degli iscritti per dare al territorio la necessaria quantità di infermieri”.