Viaggio nell’Urbs Picta

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Ass. Colasio al Pensionato Piaggi

Un viaggio in otto tappe, della durata di quasi cent’anni, nella Padova del XIV secolo, all’epoca indiscussa capitale mondiale della pittura.

Con partenza dalla Cappella degli Scrovegni che custodisce le “foto polaroid” della vita di Maria e di Cristo, “scattate” da Giotto, il più rivoluzionario dei pittori.

Per passare subito dopo nel palazzo della Ragione, un’altra icona della città, quindi nella Chiesa degli Eremitani per un tuffo nella pittura del Guariento che nell’abside maggiore ha narrato storie di S. Filippo e di S. Agostino; quarta tappa con ingresso nella Reggia dei Carraresi, quindi doverose soste nel Battistero della Cattedrale, nella Basilica del Santo e a seguire, nell’Oratorio di San Giorgio e in quello di S. Michele.

Un itinerario per conoscere otto edifici che custodiscono le opere di sei artisti geniali – oltre a Giotto, Guariento, Giusto de’ Menabuoi, Jacopo Avanzi, Altichiero, Jacopo da Verona – e che sono entrati a far parte del Patrimonio Mondiale Unesco non come un sito unico, ma come sito seriale, che si sviluppa in quattro aree del centro storico per un totale di 3.694 metri quadrati di pareti affrescate.

Un viaggio affascinante, anche per merito della guida: Andrea Colasio, assessore alla Cultura del Comune di Padova, raro esempio di “uomo giusto al posto giusto”.

Colasio ha narrato la “Padova Urbs Picta” nella Sala Rossa del Pensionato Piaggi di Piazza Mazzini. Ha mantenuto la promessa fatta tempo fa alla direttrice Maria Patrizia Arsìe che avrebbe passato un pomeriggio con gli ospiti del Pensionato.

Ha dato vita ad un appuntamento che ha unito arte, lirica e racconto, in collaborazione con una “vecchia” conoscenza del Piaggi, Vincenzo Faggiano, che qui aveva presentato il suo romanzo “Libia”, una originale e coinvolgente “spy story”.

Il pomeriggio prevedeva, infatti, un cocktail che univa insieme il viaggio nella Padova del Trecento, la lettura di brani ambientati in luoghi storici della città, tratti dal libro di Faggiano “Vite senza tempo” e brani lirici che fanno parte della moderna opera sui Carraresi dello stesso Faggiano, proposti dal soprano Laura Rampin, accompagnata al pianoforte dal maestro Franco Moro. Parole, musica e immagini, unite sapientemente insieme, hanno donato agli ospiti del Piaggi momenti davvero piacevoli.

Andrea Colasio, in particolare, è stato una guida che si è mossa con sapienza lungo tutto l’itinerario di cui conosce ogni anfratto.  L’assessore considera la “Padova Urbs Picta” una sorta di scrigno prezioso, una ricchezza inestimabile, una ineguagliabile risorsa per la città. Le ha riservato gli aggettivi più dolci e appropriati, ha dimostrato di conoscerne tutti i segreti, i pregi, le leggende che circondano opere e periodo.

Ha ricordato con orgoglio la rivoluzione culturale che ebbe come teatro la Padova del XIV secolo. “Quello che è accaduto nella nostra città – ha sottolineato – è un punto di snodo fondamentale tra Medioevo e Rinascimento: l’ha detto un grande storico francese, Jacques Le Goff. Affermava: guardo a Padova del ‘300 e mi interrogo: è mai esistito il Medio Evo? No, perché lì a Padova accadevano molte cose che siamo soliti chiamare Rinascimento.

Tutto cominciò nel 1302 quando Giotto giunse a Padova, portando con sé un linguaggio artistico nuovo, contrassegnato da innovazione della ricerca spaziale, dalle prime rivoluzionarie rappresentazioni di tipo prospettico, dalla resa degli stati d’animo (Colasio ha portato come esempio le lacrime che scendono dai volti delle donne che assistono all’uccisione dei loro figli ad opera dei soldati di Erode) e dall’umanizzazione del sacro.

Di ciascun ‘fotogramma’ dipinto da Giotto e dagli altri geniali pittori del Trecento padovano, l’assessore Colasio conosce gli “attori”, le storie, il messaggio di ciascun artista.

Ha raccontato di un Enrico Scrovegni ambizioso, del rischio che gli affreschi della Cappella degli Scrovegni finissero in un museo di Londra, della protesta di Fra Giovanni degli Eremitani perché le dimensioni della chiesa dovevano essere assai più ridotte, di primedonne e signorotti desiderosi di conquistarsi un posto nella storia.

Coinvolgente anche la narrazione dell’epopea dei Carraresi, che avevano creato nel cuore di Padova una piccola Versailles, adornata dalla sublime arte pittorica del Guariento.

Racconti di regnanti, potenti, di nemici feroci e di alleati, di santi e di guerrieri, di capolavori ritrovati o andati perduti per sempre.

A fare da piacevole contorno le letture di Vincenzo Faggiano, la bella voce agile e chiara del giovane soprano Laura Rampin, accompagnata al pianoforte dal maestro Franco Moro che ha eseguito musiche del compositore statunitense Robert W. Butts.